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I farmaci per cambiar vita

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Messaggio Da ike Mar 22 Gen 2008, 23:13

Il 7 aprile 2006 William Umbach e Harry Schmidt, topgun,
maggiori della US Air Force, ricorrevano contro la condanna della corte
marziale americana.
Il 17 aprile 2002, in Afghanistan, dopo 10 ore di pattugliamento,
avevano fatto cadere contro gli alleati canadesi una bomba laser-guidata da 230 chili.
Una strage: 4 morti e 8 feriti per il fuoco amico.
Ma prima del processo, nell’audizione, l’avvocato di Umbach tirò fuori uno dei segretucci del Pentagono: quando avevano sganciato la bomba i due piloti erano imbottiti di una dextro-anfetamina, la dexedrina.
No, non se l’erano somministrata autonomamente.
La ricetta veniva dal comando per evitare che si addormentassero in cabina, stanchi com’erano per i ritmi di decolli e atterraggi troppo intensi. Non solo.
Uno degli effetti collaterali di questi farmaci è la paranoia.
E un soldato in paranoia vede neimici dappertutto. La rivelazione sollevò un vespaio: come era finito un jet da 30 milioni nelle mani di un drogato?
Il fatto è che questo tipo di “molecole” capaci di cambiare lo stile di vita umana stanno proliferando. Varie

Ruth Ann McClain, flautista di Memphis, nel Tennessee, soffriva di “panico da palcoscenico”: la sola idea di salire sul palco e suonare la terrorizzava; una patologia debilitante per un artista che si esibisce per lavoro.
Ma anche la sua patologia è risolta dalla chimica.
Carlo invece ha la fissa del sesso. Finora il motore più di tanto non gli consentiva. Ora, grazie alla chimica, fa gli straordinari.
Sono esempi di lifestyle drugs, molecole che cambiano lo “stile di vita”. Grazie ad essi si supera la paura, la fame, il sonno, i limiti delle eiaculazioni quotidiane.
Oppure sono scorciatoie per non impegnare la forza di volontà, e smettere comunque di ingrassare, fumare, drogarsi, stancarsi.
Non c’è da stupirsi, il mercato di queste sostanze è enorme: vale 20 miliardi di dollari, e si prevede che salirà a 29 per il 2007 perché sono gli stessi pazienti a chiederle.
E sono costose. Certo non possono essere definite medicine perché in questi casi non servono a curare nulla. Fumare per esempio è uno scelta di stile di vita, non una malattia.
Il farmaco è una molecola che cura una malattia. Ma che malattia è la paura da palcoscenico?

Ruth Ann McCain, la flautista racconta «Mi sudavano le mani tanto che temevo il flauto mi sfuggise di mano. E i tentativi di rilassarmi prima del concerto servivano a poco». Nel 1995 il suo medico le prescrisse un beta-bloccante. «Ero un’altra: mi esibivo senza alcuna paura».

McClain ovviamente non è un’eccezione. I Beta-bloccanti, presi a bassi dosaggi frenano l’ansia, apparentemente senza effetti collaterali.
Ora nel mondo della musica classica i farmaci sono onnipresenti,
come il doping nello sport.
Nel 1987 un’indagine condotta dalla Conferenza Internazionale dei musicisti delle Orchestre Sinfoniche, che rappresenta le 51 maggiori orchestre Usa,
rivelò che il 27% dei suoi aderenti aveva fatto uso di questi farmaci.
Ma secondo gli psichiatri la stima è al ribasso.
Ma i beta-bloccanti oggi sono usati per tenere sotto controllo l’ansia da esame,
o quella degli oratori.
Si fa ma non si dice «E’ come per il Viagra, ammetterne l’uso sottintende una magagna, una mancanza di efficienza» ha confessato Robin McKee, primo flauto della San Francisco Symphony a Blair Tindall, giornalista del New York Times,
«È un peccato che ci sia tanta riluttanza a dichiarare l’uso di un mezzo così utile».
E di vero doping si tratta. Perché non si limitano a tranquillizzare i musicisti.
Pare migliorino proprio la performance. Shocked
Alla fine degli anni 70 Charles Brantigan, chirurgo vascolare di Denver, studiò i betabloccanti nei musicisti classici dimostrando che non si limitava a ridurre la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna (lo si usa nel tiro con pistola per rendere ferma la mano), ma migliorava l’esecuzione. Neutral

Arriveremo ai test a sorpresa anti-doping prima dei concerti o degli esami?

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Messaggio Da M@DDOC Gio 24 Gen 2008, 00:30

Bravo/a Ike, apprezzo molto il tuo stile da "reporter" (bè, non so se sia farina del tuo sacco, ma hai comunque buon occhio x le fonti giuste!) e aspetto con interesse la tua prossima ricerca sul riciclaggio dei rifiuti non convenzionali.
Ma:
ike ha scritto:
Certo non possono essere definite medicine perché in questi casi non servono a curare nulla. Fumare per esempio è uno scelta di stile di vita, non una malattia.
Il farmaco è una molecola che cura una malattia. Ma che malattia è la paura da palcoscenico?
Varie
Il termine "malattia" forse non è corretto x tali condizioni, ma si farebbe un errore a sottovalutare le conseguenze nocive che le stesse possono causare su un piano organico, psichico e sociale.
Allo stesso modo è un errore non prendere in considerazione le complicanze che i farmaci che tu hai citato provocano se non assunti appropriatamente e soprattutto sotto osservazione medica e psichiatrica. Non dobbiamo aver paura delle "molecole" ma dell'uso che se ne fa.
Magari ho dato una risposta un pò troppo salomonica!
Quoto infine l'accento che tu poni sul dilagante uso di sostanze chimiche (sintetiche e naturali) necessarie - così pare - ad affrontare la vita in ogni suo aspetto.Che il discorso possa ridursi al dubbio amletico : Assumere o non Assumere? Question
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Messaggio Da ike Gio 24 Gen 2008, 15:14

Bravo/a Ike, apprezzo molto il tuo stile da "reporter" (bè, non so se sia farina del tuo sacco, ma hai comunque buon occhio x le fonti giuste!) e aspetto con interesse la tua prossima ricerca sul riciclaggio dei rifiuti non convenzionali.

Carissimo M@DDOC, me l'aspettavo una tua risposta! beh, diciamo che non è proprio farina del mio sacco...ho semplicemente tovato la fonte "giusta!" e riportato il tutto...
per quanto riguarda l'articolo, ho preferito spedire tutto a todina,(diciamo pure che glie lo smollato!) sono sicuro che farà un'ottimo lavoro!

Quoto infine l'accento che tu poni sul dilagante uso di sostanze chimiche (sintetiche e naturali) necessarie - così pare - ad affrontare la vita in ogni suo aspetto.Che il discorso possa ridursi al dubbio amletico : Assumere o non Assumere?

il fatto di volersi "migliorare", è cosa comune nell'uomo,( sin dalla notte dei tempi ),
il problema sorge quando bisogna ricorrere a delle sostanze chimiche per raggiungere tale scopo! forse arriveremo ad un punto, dove stì medicinali li assumeremo,
che nè sò...per guidare? per andare a fare la spesa? per migliorare il rendimento scolastico dei nostri figli?

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Messaggio Da entrigheni Ven 25 Gen 2008, 00:59

M@DDOC ha scritto:Bravo/a Ike, apprezzo molto il tuo stile da "reporter" (bè, non so se sia farina del tuo sacco, ma hai comunque buon occhio x le fonti giuste!) e aspetto con interesse la tua prossima ricerca sul riciclaggio dei rifiuti non convenzionali.

Quoto in pieno M@ddoc Very Happy . Non fermatevi alla pseudo-informazione che ci propugnano ogni giorno! pirat Cercate, scavate, leggete, scrivete! :@:

Per quanto riguarda il fatto dei farmaci..
Quello dei soldati, penso sia un caso diverso da quello dei musicisti, perché i farmaci sono somministrati dall'alto e, soprattutto, per far fronte ad una situazione di elevato stress fisico e mentale. Durante gli ultimi anni della guerra del Vietnam i marines americani erano letteralmente ridotti a drogati che si trascinavano per la giungla, ma allora era un uso "volontario" (anche se in parte favorito dai capi dell'esercito).
Secondo me, comunque, dal fronte si tornerebbe paranoici indipendentemente dall'uso di certe sostanze..Non condivido assolutamente queste soluzioni, ma fino a quando non ci saranno robot a combattere le guerre, penso si andrà avanti così.

Per i casi di paura da palcoscenico, penso che sia ovvio che è più facile adottare tali soluzione esterne, che trovare la forza in sé per affrontare il problema.
D'altronde anche io fino all'ultimo esame sono andato ubriaco di vino cotto drunken (alla tesi non ho potuto, c'erano i miei!).
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Messaggio Da M@DDOC Ven 25 Gen 2008, 02:29

Non è necessario spingersi così lontano per trovare conferma dell'uso di droghe in guerra.Chi ha avuto l'opportunità di ascoltare i ricordi atroci del povero Assan sull'ultima guerra civile balcanica, sa quanto tutto ciò sia vero.
La guerra è sopraffazione.Non può lasciare indenni le stesse persone che la perpetrano.La guerra è disumana.E' necessario fare cose disumane in guerra e le droghe aiutano a non pensare a ciò che si fa agli altri e a se stessi.
In un certo senso è una consolazione pensare che in molti casi l'uomo non riesca a commettere atrocità se non sotto l'effetto di stupefacenti.Forse non è così disumano come gli eventi lo costringono ad essere.
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